Racconti: Questa volta la bolletta la prendo!

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Questa volta la bolletta la prendo! Sono sicuro: il Napoli è over, il Sassuolo perde,  il Partizan me lo gioco over e con dieci euro mi pago le vacanze pure quest’anno!




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*NB Il racconto è volutamente scritto con un italiano “proletario”.

Ogni domenica la “bolletta” è diventata ormai tradizione, non passa settimana che non mi giochi questi stramaledettissimi dieci euro!E cosa saranno mai dieci euro a settimana mi dico?! Non bevo, non fumo, non esco la sera con gli amici e non mi sono fatto nemmeno l’abbonamento a Mediaset Premium!  Io le partite me le vedo dal computer, insomma la bolletta è un mio sacrosanto diritto! È il prezzo di un sogno che ogni sette giorni voglio pagare, un diritto personale, inalienabile di cui nessuno mi può privare! Né mia moglie, né lo stato, né ,visto che ultimamente s’è messa proprio d’impegno, la sfortuna. Stamattina però è diverso, mi sembra la volta buona, mi sento a posto, c’è una bella giornata e quello “jettatore” che me la gioca non c’è dietro lo sportello. Volesse il cielo, dicono che si sia ammalato e non verrà per un paio di settimane, per questo la strategia che mi porterà alla vittoria sarà semplice: due scommesse a settimana fin quando non rientra, e se le prendo tutte smetto! Lo giuro che smetto! In fondo che ci vuole? Basta poco, basta volerlo, ed io quando avrò deciso, smetterò: niente più sistemi, niente più statistiche, niente più ricerche delle quote più alte. Io sono perfettamente padrone della mia vita, è che semplicemente sono un po sfortunato, gioco spesso è vero, qualche bolletta, il 10 e Lotto, l’Enalotto, il Gratta e Vinci, non tutti insieme si sa, un giorno uno, un giorno un altro…ogni giorno qualcosa! Perché sapete ormai noi siamo un paese moderno, anglosassone, possiamo scommettere su tutto, in tutti i giorni dell’anno, festività incluse. Volendo, ed io quest’anno l’ho voluto, si può scommettere anche il giorno di Natale.

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Ed io ho scommesso, poco, ma l’ho fatto, non sono un giocatore compulsivo, di me non si può mica pensare che sia come quei ludopatici che fanno vedere alla trasmissione le Iene, quei pazzi che si giocano lo stipendio alle macchinette? Loro si che si dovrebbero far curare, ma come si può buttare via uno stipendio intero in una notte, e grazie che poi ti fai i debiti, non paghi le rate della finanziaria della macchina, ti staccano luce e gas  e poi dici a tua moglie che è colpa del padrone che non t’ha dato lo stipendio! Per me è diverso, io di bugie non ne dico, limpido,trasparente come l’acqua di sorgente, mia moglie sa tutto, non mi gioco lo stipendio, scommetto il minimo sindacale perché noi siamo una coppia moderna, anglosassone direi, scommetto poco io e perché scommette poco lei. Scommettiamo poco in due e rigorosamente su cose diverse, lei è specializzata in Gratta e Vinci…sapeste che facciamo, mia moglie ne compra uno al giorno (per non esagerare) e poi ce lo grattiamo la sera quando torno da lavoro, insieme, durante la cena, come fosse un gioco, con i bambini, come i bambini quando si scarta un regalo, la stessa liturgia per  tenere lontano il malocchio di quella fetente della vicina, moneta da due euro (sempre la stessa) e via a grattare il “Turista per sempre”. Perché noi siamo gente modesta, a noi non importa diventare ricchi e se ci penso bene, noi i soldi li schifiamo, i soldi non sono importanti e se vincessimo 5 milioni di euro non sapremmo davvero cosa farcene, invece con 5 mila euro al mese sì che la vita sarebbe diversa, “tant’è vero che è vero che”…non sono l’unico a pensarlo! Lo pensiamo in due, io e mia moglie, mi viene quasi da ridere quando prima di grattare le mi dice “Vincè” ricorda: uniti nella buona e nella cattiva sorte, ma se stavolta vinciamo noi ci separiamo….Lei scherza, lo fa e lo dice perché pensa che porti bene, che così noi non vinciamo e non ci separiamo mai! Paradosso della fortuna, uniti nella buona e nella cattiva sorte e a noi, che la vita va così e così, ci tocca stare insieme solo perché un divorzio non ce lo possiamo permettere. E così alla fine grattiamo ogni sera il grattino, non vinciamo mai, ma sapeste com’è bello quell’attimo prima di scoprire, di portare via la doratura e immaginare un’altra vita, un’altra casa, un’altra macchina, un altro posto dove vivere! Che spettacolo vedere gli occhi sognanti di mia moglie stringersi  e sperare, è ancora più bella, lei che quando ride ed è felice  distende il viso e le rughe: sembra anche più giovane!

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Sofia ancora non mi ha detto cosa farebbe se noi vincessimo, ma io lo so, la conosco troppo bene, se vincessimo il “Turista per sempre” vorrebbe fare un lungo viaggio, vorrebbe andare ai tropici, ai Caraibi, alle Maldive e dovunque non sia mai stata. Dovunque non sia stato in grado di portarla, dovunque tranne che al “Lido Salvatore”,  dove ogni anno facciamo finta, insieme ai finti ricchi, che ci piace stare in città! Noi che fingiamo di stare bene lì,  non fosse altro perché di soldi per andare all’estero non li abbiamo mai avuti. E allora perché non grattare? Perché non provare insieme? In fondo non fumo, non bevo, non ho nemmeno l’abbonamento alla Tv a pagamento e così anche mia moglie, anche lei non fuma, non beve, non va dall’estetista, i capelli solo una volta al mese e niente grilli per la testa. Scommettiamo poco, perché come dicevo facciamo un po’ io e un po’ lei, lei è l’esperta dei grattini, sempre aggiornata sulle nuove uscite dei monopoli, io invece che di sport me ne intendo e c’ho la mente matematica mi divido tra numeri e partite. Il gioco è un divertimento e se ci togliessero pure questo, se ci portassero via anche questo frammento di sogno io non saprei proprio cosa sognare. Mi manca poco ai 60 anni e a sognare sono sempre stato bravo perché come dice mia moglie: i sogni non costano niente, e tu quando c’è da non spendere niente sei un…professionista! Io non è che sono tirchio,ma semplicemente lo stipendio non basta, non basta perché l’affitto, la macchina, le tasse, i libri, la scuola e il doposcuola se lo mangiano tutto! Mille e cinquecento euro finiscono in un attimo e se non ci fosse ancora  la pensione di mia mamma, a volte non saprei cosa fare.

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Quindi è già tanto quello che faccio e se ho qualche debito non è colpa mia. I debiti poi, parola grossa, sono sciocchezze lasciante in giro, in sospeso che so gestire benissimo, proprio perché sono un uomo giusto ed i debiti io li faccio con quelli che i soldi li tengono già….con quelli che poi non gli cambia la vita se li pago oppure no. Ma poi pensandoci bene, chi se ne importa, perché mai dovrei stare appresso a tutta questa gente che tieni i soldi e mi “cerca” soldi? Che se poi glieli dessi non potrei giocarmi la bolletta? Ma onestamente chi farebbe una cosa così? Chi rinuncerebbe mai a sognare per una questione d’onore, con uno magari che le tasse non le paga nemmeno!Fan culo tutti, fan culo sti’ evasori…anzi la prossima volta che me li chiedono gli mando la finanza! Io ho tutto il diritto a vivere la mia vita come voglio, voglio essere felice e se c’ ho un sogno voglio poterlo realizzare! Non mi interessa altro, ho lavorato per una vita intera e non ho mai chiesto niente a nessuno, io che qua dentro c’ ho messo l’anima! Io che in questo posto ho sacrificato tutta la mia giovinezza per un ideale, per la rivoluzione, per i compagni, per il partito! Ma cosa ha mai fatto la politica per me? Cosa il partito? Cosa i compagni? Uscivo dalla fabbrica e venivo qui, riunioni a tarda sera, i manifesti in piena notte se no di giorno c’erano quelli del comune che controllavano le tasse d’affissione ed ancora ore perse nelle discussioni con chiunque  la pensasse diversamente da me, dalla linea del partito! Ah quanti ne ho visti di onorevoli passare qua dentro, quanti compagni ce l’ hanno fatta a svoltare grazie al partito, un buon impiego pubblico, la raccomandazione per il concorso, il compagno del compagno che ti aiutava all’università….io no invece, sono sempre stato incorruttibile, onesto al punto da passare per fesso.

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Quello che è mio è tuo  e quello che è tuo è mio, la lotta di classe prima di tutto, gli ultimi saranno i primi e il proletariato trionferà…bene, bene sono stato davvero un comunista d’altri tempi, uno di quelli il cui primo ricordo da bambino era la bandierina del PCI che mio padre mi portava mezz’ ubriaco al ritorno dalle feste dell’unità. Sarà per questo che non ho mai smesso di sognare, perché mi hanno cresciuto educandomi al sogno di un mondo migliore. Cazzate, mi hanno detto solo bugie, hanno preso per il culo me e la buon anima di mio padre. Il partito non è mai esistito, qua dentro oggi come allora si facevano affari, era gestito da un comitato d’affari come un comitato d’affari è quel gruppo di camorristi che gestisce questa fetente d’agenzia. In comune, di mezzo, c’è la mia vita, ci sono 60 anni passati a sognare, con la differenza che prima pensavo che il mio sogno passasse attraverso la rivoluzione, che la bella vita fosse un diritto per tutti, che tutto ciò che desideravamo ci spettasse e che con la lotta di classe saremmo riusciti a cambiarlo questo schifo di mondo. “La felicità non ha un prezzo” sentivo ripetere ai comizi,ora però non la penso più così, tutto ha un costo, finanche la felicità, il paradosso è che la libertà di essere felici si acquista con il denaro ed è per questo che chi è ricco è felice.

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Non come me,che felice non sono mai stato, né allora che venivo qua dentro incazzato contro la borghesia né adesso che ci ritorno ogni domenica perché borghese non sono stato nemmeno in grado di diventarlo. Per 60 anni nello stesso posto alla ricerca di qualcosa o forse solo alla ricerca di me stesso, con l’unica differenza che prima mi sentivo parte di un gruppo, appartenente all’umanità intera, ieri mi nutrivo di bisogni e speranze umane e facendo così non mi sentivo solo. Io mi riconoscevo nei bisogni e nelle speranze dell’altro mentre adesso  di speranze e di “altri” su cui contare non ne trovo nemmeno pagando. Tutta la mia vita paradossalmente l’ho vissuta qua dentro, una parabola, dal partito comunista all’agenzia di scommesse, due posti diversi per la stessa miseria umana. Sono rimasto solo io adesso, oggi come allora  e a sperare ormai non ci provo nemmeno più, al massimo sul futuro ci scommetto, poco, perché io sono uno che scommette poco e poi, sappiate bene, ricordate tutti che il futuro al giorno d’oggi non merita scommesse, perché qua dentro come altrove la vita ha perso valore ed i sogni ormai costano al massimo 10 euro e durano il tempo di un grattino….

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