I commenti al vetriolo di Kim Gordon

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Ne solleverà di polvere “Girl in a band”, libro di memorie della matrona dell’indie mondiale un tempo, con (l’ormai ex) marito Thurston Moore, a capo della formazione che ridefinì i canoni del noise rock contemporaneo: Kim Gordon nella sua biografia – attesa a breve sul mercato anglofono grazie all’interessamento della prestigiosa casa editrice Harper Collins e (molto) parzialmente anticipata dall’edizione americana di Vogue – ha ritratto in modo non troppo lusinghiero due delle figure di spicco del panorama rock a stelle e strisce, la vedova di Kurt Cobain Courtney Love e il leader degli Smashing Pumpkins Billy Corgan.





La Gordon, nel 1990, fu chiamata dalla Love come potenziale produttrice dell’album delle Hole “Pretty on the inside”: la bassista dei Sonic Youth riuscì poi a guadagnarsi il credito sull’album insieme a Don Fleming, ma – evidentemente – tra le due non scattò una profondissima intesa. Anzi. “Non mi sono mai chiesta cosa ci fosse dietro quel suo atteggiamento da tarantolata losangelina di tendenza – la sociopatia e il narcisismo, per dire – perché alla fine fa buon rock and roll, ed è una donna di spettacolo capace”, ricorda la Gordon dei loro primi incontri: “Quello che riuscivo a tollerare pochissimo era il suo comportamento manipolatore e egocentrico, e periodicamente ero costretta a ricordare a me stessa come quella persona potesse essere malata di mente”.

E non è tutto: “Courtney ci chiese un consiglio sulla sua relazione segreta con Billy Corgan. Alla sola menzione di Corgan, che era un tale frignone, e degli Smashing Pumpkins, che non piacevano a nessuno perché si prendevano troppo sul serio e non erano affatto punk rock, pensai: ‘Oddio…'”. Non sono mancate, poi, riflessioni sulla fine della sua quasi trentennale relazione con Moore: “Thurston non era un tipo così alla mano come in tanti sono portati a credere: ogni volta che chiudeva un numero della sua fanzine, Killer, si agitava incredibilmente finendo per stressarsi moltissimo. Una volta la sua pinzatrice si ruppe e lui si infuriò a tal punto da scagliarla fuori dalla finestra rompendo un vetro. Mi spaventò”. E sulla donna che segnò la fine della loro relazione: “Nessuno riuscirà mai a capire come Thurston, che ha sempre avuto un ottimo intuito riguardo a tossici, groupie, testa e ragazze, sia riuscito a farsi sottomettere da lei. Per certi versi provo anche un po’ di compassione, nei suoi confronti… Che, comunque, rimane una cosa molto lontana dal concetto di perdono”.

 

Fonte: rockol.it

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