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“Horses” di Patti Smith compie 40 anni

horses

Era la metà esatta degli anni Settanta. Agli albori del punk, nel 1975, usciva Horses, il primo, memorabile album di Patti Smith, prodotto dal gallese John Cale, ex Velvet Underground. E adesso la cantautrice americana e la sua band celebrano i quarant’anni di questo disco, considerato una vera e propria pietra miliare della storia del rock, con un tour mondiale che include sei date in Italia, quattro a giugno – 14 Roma, Eutropia Festival, 16 Catania, 19 Verona, Teatro Romano, 20 MIlano, Villa Arconati – e due a luglio, il 27 a Collegno (To), Parco della Certosa e il 28 a Gardone (Bs). Sul palco, con Patti Smith, i fedelissimi Lenny Kaye alla chitarra e Jay Dee Daugherty alla batteria, storici compagni dal 1975 che presero parte alle registrazioni di Horses, il chitarrista Jackson Smith, figlio di Patti, e Tony Shanahan, il bassista che collabora con Patti dal suo ritorno sulla scena, dalla metà degli anni Novanta. Sacerdotessa del rock, pasionaria, poetessa, sciamana, molte sono le etichette con le quali nel corso degli anni hanno provato a definirla, ma Patti Smith sfugge ad ogni etichetta, perché semplicemente sarebbe riduttiva per una personalità tanto ricca e complessa come la sua. Patti è una straordinaria autrice e interprete, una delle figure femminili più carismatiche e dirompenti della storia della musica popolare dalla fine degli anni Sessanta ad oggi, che continua a rinnovarsi anche attraverso la scrittura e a catturare anche le generazioni più giovani con l’intensità visionaria di cui è capace.

Horses, il meno elettrico dei suoi dischi degli anni Settanta, convulso, originale, punk, è un disco unico, il prodotto e l’opera di una band. Segna l’ingresso di un nuovo linguaggio musicale, ancora oggi di un’attualità sorprendente, che ha influenzato e ispirato molti musicisti, come, storia ormai nota, il giovane Michael Stipe, futuro leader dei REM. Dal prologo di Gloria, cover del brano di Van Morrison a Redondo Beach dal ritmo reggae, nato dopo una violenta lite con la sorella, ai lunghi 9 minuti di Birdland, suite di piano voce e chitarra. E ancora Free Money eKimberly, dal tocco new wave, Break it up, dove emerge la chitarra di Tom Verlaine, fino a Land,  l’apoteosi del disco, divisa a sua volta in tre momenti: Horses/ Land Of a Thousand Dances, La Mer(De). Ultima traccia Elegie. Horses rappresenta uno spartiacque nel modo della musica rock, traghettando dal passato nuove sonorità e memorabili intuizioni poetiche.

Patti Smith, che è nata a Chicago ed è cresciuta nel South Jersey, si è trasferita a New York nel 1967. Horses, il suo primo album del 1975, è stato inserito nel National Recording Registry nel 2010 alla Library of Congress dal National Recording Preservation Board. I suoi album successivi sono Radio Ethiopia, Easter, Wave,Dream of Life, Gone Again, Peace and Noise, Gung Ho, Trampin, Land, Twelve eBanga. La Smith è anche autrice dell’acclamato memoir Just Kids, con il quale ha vinto nel 2010 il National Book Award, che racconta il suo rapporto artistico e di amicizia con il fotografo Robert Mapplethorpe. Tra gli altri suoi libri troviamo Witt, Babel, Coral Sea,Woolgathering e Auguries of Innocence. Le opere di Patti Smith sono state esposte in gallerie e musei di tutto il mondo. Rappresentata dalla Robert Miller Gallery di New York dal 1978, le sue personali includono Strange Messenger, Land 250 eCamera Solo. Il documentario di Steven Sebring del 2008, Dream of life: the movie, è stato riconosciuto a livello internazionale e ha ricevuto una nomination agli Emmy.

Entrata nella Rock and Roll Hall of Fame, Patti Smith è stata insignita dell’onoreficenza di “Commandeur des Arts et des Lettres” dal Ministero della Cultura francese ed ha ricevuto dottorati onorari dalla Rowan State University, Pratt Institute of Art e dalla School of Art Institute Chicago. Patti Smith ha pure ricevuto il Founders Award alla carriera dall’ASCAP – American Society of Composers, Authors and Publishers e il Sweden’s Polar Award, una sorta di riconoscimento internazionale per risultati significativi nella musica assimilabile ai Nobel. Non solo: il 7 febbraio 2013, Patti Smith ha ricevuto la Katharine Hepburn Medal dal Bryn Mawr College, che premia le donne la cui vita e lavoro incarnano la stessa unità e realizzazioni pari a quelle dell’attrice di cui porta il nome. Il 18 maggio 2014, il Barnard College Board of Trustees ha assegnato a Patti Smith la propria Medal of Distinction, che onora le persone che hanno dimostrato un impegno per l’eccellenza nelle loro comunità, e nelle loro carriere. Patti Smith è inarrestabile: continua a scrivere, a fare reading, a lavorare su progetti artistici e a testimoniare grande attenzione e supporto sulle questioni dei diritti umani.

 

Fonte: Repubblica.it

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