Tom Waits: il vagabondo di successo.

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Il blues dell’America dannata, senza speranze, senza neanche l’illusione del sogno americano; e poi whisky, sigarette e viaggi senza una meta perché chi non ha niente può andare ovunque. È la storia di un underdog qualsiasi, che viaggia tra un romanzo di Kerouac e un’improvvisazione di Charlie Parker.

L’underdog in questione però è diverso: alto, dinoccolato, senza soldi e vagabondo comincia a lavorare da molto giovane girando in lungo e in largo il paese della felicità (vedi USA). È però a San Diego, all’Heritage Coffeehouse che Tom Waits ha l’occasione di esibirsi: i fortunati ascoltatori non credono alle loro orecchie e le storie di prostitute, ubriaconi e barboni cantate da una voce unica fanno tremare il cuore. Nelle sue parole non c’è rivalsa, risentimento o invidia per una vita migliore ma solo la voglia di raccontare la vita dei dimenticati, spesso piene d’amore struggente.

Comincia la storia di un uomo che ha sempre voglia di suonare, di sperimentare con nuovi generi e di non fermarsi solo alla musica.

I primi album tom waits giovane– Tom Waits è ancora acerbo, appassionato di quelle melodie country che cantava per pochi dollari quando faceva il cameriere ed è da questo contesto che nasce nel 1973 il primo album: Closing Time, orario di chiusura; un tempo immaginario senza spazio, senza luci, in cui la gente come lui può incontrarsi nella sua Ol’55, canzone-omaggio alla sua mai dimenticata auto. La luce si vedrà l’anno dopo con l’album Heart Of A Saturday Night, dove Tom cerca speranza soprattutto per se stesso e per la sua carriera musicale.
Senza sostatom waits – Il menestrello della parte sbagliata d’America non riesce a fermarsi e soprattutto a riposare su quegli allori dai quali fugge costantemente, quasi come se lo disturbassero. Cominciano gli anni della sperimentazione ed arrivano album indimenticabili come Small Change Foreign Affairs, pieni di jazz ma soprattutto pieni di storie indimenticabili: “Jack e Neal” parla di Kerouac e Cassidy, della beat generation e della voglia di non rifugiarsi nella mediocrità. Sarà Tom Waits a dire “Non riesco a capire coloro che si rifugiano nella realtà perché hanno paura di affrontare la droga“.
Dall’Asylum all’Island – Tom continua a incidere senza sosta per l’Asylum Records ma la sua vita gli sta scivolando via dalle sue mani. La storia tormentata con Rickie Lee Jones, le immense ubriacate, la solitudine sempre più profonda stanno spingendo il cantautore californiano in un baratro senza fondo e lo stanno ingabbiando in un clichè di cantautore tormentato. Ma è nel 1980 che Tom Waits cambia radicalmente e quasi come uno scherzo lascia l’Asilo per assumersi le sue responsabilità: si sta facendo grande ed è tempo di lasciare Rickie, di sposare Kathleen Brennan ma soprattutto di pubblicare la Trilogia di Frank, protagonista di tre capolavori assoluti. Swordfishtrombones,swordfishtrombones Rain Dogs Frank’s Wild Years sono il non-testamento musicale di Waits. “Non” perché la sperimentazione che esprimono sono una dichiarazione di ecletticità, testamento perchè memorabili nella storia del rock americano e mondiale. La sua voce assomiglia sempre di più ad un trattore(prodotto dalla Ferrari) e la sua vena artistica si sta espandendo anche verso nuovi orizzonti. È in questi anni che Tom comincia ad apparire nel mondo del cinema, prima come compositore (Un sogno lungo un giorno) e poi come attore, sempre con Francis Ford Coppola fino ad arrivare al 1986 e al film Down By Law dove, sotto la regia di Jim Jarmusch e la presenza di Benigni, la voce degli underdog avrà un ruolo tutto suo.down by law
Anche i muli cambiano – Mule Variations: è il 1999 e Waits ammette di esser cambiato, anche se la moglie dice di aver sposato un mulo. Ed è così che vengono fuori 16 piccoli capolavori, con un ritmo alternato di amore e disperazione, ballate e suoni surreali fatti di strumenti autocostruiti.
Tom ormai è vecchio, gli anni passati a bere, fumare e drogarsi hanno le loro ripercussioni ma non sulla sua carriera musicale. Infatti nel 2002 esce con un doppio albumAlice Blood Money. Il primo è un disco dolce, melodioso, che cerca di stemperare dolcemente la malinconia di fondo mentre Blood Money racconta un lato inedito, più malizioso e accattivante.
Real Gone del 2004 è solo l’anticipazione della poliedricità del triplo album di due anni più recente:  Orphans: Brawlers,Bawlers & Bastards a metà tra inediti e pezzi già conosciuti in cui Tom Waits cerca di raccontarsi sotto tre aspetti diversi. Quello che lasciano questi tre album è una sensazione di dolce confusione, a testimonianza della buona riuscita dell’esperimento.
Bad As Me (2011) è l’ultimo album del cantante di Pomona che strizza l’occhiolino ai suoi fan ma soprattutto ai suoi critici, rei di averlo dato troppe volte per spacciato, di aver giudicato troppe volte il suo stile di vita, preoccupandosi falsamente della sua salute e della sua voce definita efficacemente “tra ruggine e miele“.

Sarà l’ultimo capitolo della voce della immagine finale tom waitswrong side americana? Noi speriamo di no e quell’ultimo occhiolino ci fa sperare nel ritorno del nostro vagabondo preferito.

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