ESCLUSIVA. Intervista a Milo Manara: ritratto della seduzione.

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Il maestro Milo Manara, uno degli artisti più influenti nel mondo del fumetto italiano, è stato recentemente ospite della quarta edizione del BGeek, evento ludico-culturale tenutosi a Bari nei giorni 27-28 giugno. Successivamente, con voce mite e pacata, ha risposto ad alcune delle mie domande, rivolgendomi uno sguardo addolcito dalla sua età e dal suo carattere equilibrato.milo manara

Ecco a voi la nostra breve conversazione:

-Inizierei con una domanda su uno dei suoi ultimi lavori. Caravaggio che, come ben saprà, decise di abbandonare lo stile tipico della scuola veneziana (preferita dai collezionisti), in favore di un tipo di arte a portata del popolo. Lei si ritrova in questa scelta?  

Assolutamente si. Io  iniziai a fare fumetti  per lo stesso motivo per cui Caravaggio decise di cambiare direzione. Nel ’69 io ero tra quelli che scendevano in piazza a contestare perché noi ragazzi ritenevamo insostenibile il fatto per cui l’arte dovesse essere ammirata e apprezzata solo dalla borghesia. Infatti, era solo la borghesia ad avere il lusso di partecipare alle mostre e che poteva permettersi di comprare e tenere in casa opere d’arte, e,  in realtà, alla famosa classe operaia fregava ben poco dell’arte figurativa. Nella mia vita ho fatto prima il pittore, poi lo scultore e ho praticato un po’ di attività inerenti all’artigianato grafico. Successivamente scoprì il fumetto tramite i maestri come Crepax, e mi resi conto della sacralità comunicativa che esso aveva. Il fumetto è un mezzo di comunicazione popolare da non sottovalutare che, come qualunque altro prodotto di massa, ha il suo prezzo di copertina ed è sempre lo stesso per tutte le ristampe. In più, ha un prezzo di produzione poco elevato e per questo l’arte del fumetto potrebbe essere praticata da molti.

milo manara-Nel secondo episodio di Giuseppe Bergman “un autore in cerca di sei personaggi” si evince l’importanza che ha per lei l’avventura nella vita. Mi sbaglio? 

Assolutamente no. L’avventura è un aspetto importantissimo della mia vita. Hugo Pratt è stato un maestro per me, anche in questo. L’avventura, per me, non è tanto il vivere chissà quali eventi straordinari ma, è ciò che spinge un individuo a diversificarsi dalla massa chiedendosi “perché?”. Esiste una citazione che Dante, nella sua Divina Commedia, decise di far pronunciare ad Ulisse e recita così : ” Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguire virtude e conoscenza”. Questa frase è molto importante per me.

-La prima volta che pubblicò in Francia fu per “Charlie Hebdo”. Lei come apprese la notizia dell’attentato, ma, soprattutto, come prese la notizia della morte del suo collega e amico Georges Wolinski?

Si, la prima volta che pubblicai in Francia fu proprio grazie a Wolinski nel ’75 e diventammo subito grandi amici. Seppi dell’attentato in tv e, appena saputa la notizia provai a chiamare Wolinski che, però, non rispose. Era già tardi. La paura c’era già da tempo a causa delle numerose minacce che ricevettero. In favore del mio caro amico devo dire che lottò fino all’ ultimo giorno della sua vita per la libertà d’espressione. L’intolleranza islamica negli ultimi cinquant’anni è peggiorata, infatti, è la prima volta che si arriva a sparare a dei disegnatori. L’islam radicale, al momento, è la più grande minaccia per la nostra libertà.

-Allontaniamoci da argomenti che potrebbero intristirci. Parlerei , ora,del concetto di erotismo: esiste una frase simpatica, di un anonimo, che distingue facilmente l’erotismo dalla pornografia ed è: “l’erotismo è usare una piuma, la pornografia è usare l’intera gallina”. Secondo lei, qual è il labile confine tra erotismo e pornografia? 

Per descrivere l’erotismo esistono due definizioni che adoro. La prima è di Woody Allen che, in una sua famosa citazione, dice: “la pornografia è l’erotismo degli altri”; ma, esiste un’altra definizione che adoro e che mi sembra più simpatica. Questa frase è di una famosa attrice di film pornografici che dice più o meno così: “ Quando la mia immagine ripresa è messa a fuoco quella è pornografia; l’erotismo si crea quando esco sfocata nelle inquadrature”. Va detto, però, che la definizione di erotismo è una definizione soggettiva che cambia a seconda delle latitudini e dei periodi storici. Prima abbiamo parlato dei paesi islamici, ecco, lì il concetto di “erotico” ha un’accettazione diversa da quello che abbiamo noi occidentali. In più, dalla nostra parte di mondo, la televisione sta decisamente rovinando la definizione di erotico.

milo manara-Lei crede che ci siano stati cambiamenti nel significato di erotismo in questi suoi quasi 50 anni di lavoro? 

Direi di si. Come già detto io sono un ex sessantottino e, in quegli anni l’erotismo assumeva una forte valenza politica. L’eros aveva una connotazione liberatoria e risultava sovversivo perché la sessualità era vissuta con grandi restrizioni. Quegli anni furono una vera e propria liberazione nei rapporti tra le persone. Oggi è diventato tutto piatto, tutto è banalizzato e volgarizzato. Prevale il fisico all’intelletto e sicuramente l’erotismo ha, con mio grande dispiacere, perso quel suo ruolo di emancipazione sociale.

-Un ultima domanda: ha un insegnamento o un consiglio da dare a chi ci leggerà? 

Ah! Dovrei dirti che se esiste qualcuno che non ha nulla da insegnare a nessuno, quello sono proprio io.

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