Edwige Fenech “attrice al di là dal bene e dal male”

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Edwige Fenech (Annaba, 24 dicembre 1948) è un’attrice, produttrice cinematografica, conduttrice televisiva e stilista francese naturalizzata italiana, nota soprattutto per aver interpretato tra la fine degli anni sessanta e gli anni ottanta numerosi film appartenenti al genere del giallo all’italiana e della commedia sexy.




Poliziotta, dottoressa, pretora, ma anche tassista, moglie vergine e nonna da ringraziare; mille personaggi, una sola maschera: quella di Edwige Fenech, la regina delle docce, la prima maschera erotica del cinema italiano. Icona nuda in perenne ammollo sotto le refrigeranti acque di una doccia, presa d’assalto da frotte di spasimanti di ogni età e ceto sociale; colorata quanto una serigrafia di Warhol, scatologica quanto un fumetto per camionisti, ma soprattutto bella quanto una venere botticelliana; il suo corpo, indissolubilmente legato ai sogni erotici degli italiani e la sua carriera in costante ascesa. Per tutti, lei è Edwige Fenech, la diva nuda, l’attrice «meglio pagata e meno impegnata del cinema italiano».

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Il pubblico riempie le sale, i paparazzi la inseguono, i registi le fanno la corte, i colleghi sono entusiasti. A un Gino Pagnani che dice «ancora mi vengono i brividi […] era talmente bella che sembrava di porcellana» , gli fa eco Enrico Montesano che la ricorda «dotata di una bellezza infinita» , mentre Don Backy, suo partner in Quando le donne si chiamavano madonne, ammette candido «m’imbracarono per paura di qualche elevazione di troppo…» dato il suo «fisico statuario e sodo come un marmo carrarino».





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Tormentato, invece, il ricordo di Osvaldo Civirani, che l’ha diretta in Le Mans – scorciatoia per l’inferno e che dal suo libro di memorie scrive: «Edwige è una donna pericolosa, l’avevo capito subito vedendola in un paio di film, perché eroticamente aggressiva, con un’infinità sensualità. Sicuramente imbarcarsi con lei significava perdere la testa. E quando l’ebbi nelle ‘mie mani’ come attrice confermai il giudizio» .

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Di commenti così ce ne sono a bizzeffe. Tutti rimangono sconvolti dall’enorme carica erotica dell’attrice «da far venire il mal di testa con quel corpo meraviglioso», come ricorda Alvaro Vitali. Anche la critica, tornata a più miti consigli, sembra fare marcia indietro. La stroncatura del film cui lei partecipa è ormai cosa certa, ma il corpo di Edwige, quello no! La tesi comune è: «Il film è da buttare, ma Edwige…».

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