Stracult: “Martyrs”

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C’è chi ha paragonato Martyrs ad altre pellicole dove la tortura, le sevizie, il possesso del dominante sulla vittima la fanno da padroni, come la serie di Saw o quella di Hostel. Il paragone non è campato in aria ed è l’unico modo per far capire ad altre persone, in 30 sec o in 2 righe, di che genere stiamo parlando. Ma se, come in questo caso, abbiamo lo spazio e il tempo per aggiungere qualcosa si ha il dovere di far capire che Martyrs rispetto ai sopracitati film è molto di più. E’ vero, anche qui assistiamo a una gamma incredibile di nefandezze, atrocità, pratiche disumane, ma mentre negli altri film queste cose ci disturbavano in Martyrs ci turbano. Qui non c’è il filtro cinema, non assistiamo distaccati alle vicende sullo schermo sapendo che è solo pura finzione. In Martyrs tutto sembra maledettamente possibile, vero, disumanamente umano. E’ un film che oltre che disgustarci come tutti gli altri non ci fa respirare, ci getta in un incubo reale, in un “e se fosse vero?”. E’ un film che lascia ferite profonde nell’animo tanto quelle sulla pelle delle protagoniste. Grandi protagoniste, in un film dove i visi, i primi piani, tutta la gamma di emozioni possibili devono essere rese alla perfezione per reggere il peso fisico, filosofico e mistico del film.
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La trama: una bambina scappa da un luogo di tortura.
15 anni dopo ritrova -insieme ad una amica- i suoi aguzzini e li fa fuori a fucilate. Ma ci sono nuovi aguzzini che troveranno lei…
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Il film è come una matrioska aperta la quale ce n’è un’altra, più piccola ma ancora più aberrante. Sono almeno 3 infatti i punti in cui il film prende quasi completamente una nuova strada, apre un nuovo scenario. Uno di questi punti di svolta era stato già usato dal regista, Laugier, nel suo precedente film (Saint Ange), e cioè quello del “terribile piano di sotto”, in cui in una stessa unità di luogo (qui una casa) si scopre un nuovo terribile spazio.
Il titolo, Martyrs, non è solo gusto per la bella parola ma significato base del film, significato che qui non posso svelare.
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E’ soprattutto in quella parola però, in questo mistero, che sta quel quid che fa di questo film un qualcosa di più, e di
nuovo, rispetto al passato. E’ qui che tutto ciò che dicevo prima sulla Verità del film trova il suo macabro appiglio. Ed è qui che avviene l’assoluta magia della pellicola, quel paradosso assurdo che me lo fa piacere così tanto: Martyrs è un film senza la minima speranza che ha nella Speranza, quella massima, la sua finale sentenza.
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Fonte:http://ilbuioinsala.blogspot.it/

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