Esperimenti medici dell’orrore, il caso Tuskgee

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Nel ventesimo secolo non fu solo Josef Mengele a compiere crudeli esperimenti ad Auschwitz su cavie umane innocenti. Accadde pure negli Usa a Tuskegee, dove 201 persone furono infettate con la sifilide e non vennero mai curate per valutarne gli effetti.

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L’articolo che ci ha ispirato ci è stato pubblicato in origine su Fanwave.it, che ringraziamo per averci concesso la possibilità di riproporlo ai nostri lettori. Complice la ricorrenza della Giornata della Memoria (e le polemiche di questi giorni sugli esperimenti su scimmie ed esseri umani realizzati dai produttori tedeschi di auto a motore diesel), in molti sono tornati a parlare degli esperimenti “scientifici” condotti dall’angelo della morte, alias Josef Mengele.

Gli esperimenti di Mengele

Mengele è stato un criminale nazista, responsabile di orrendi esperimenti sui deportati del campo di Auschwitz, in Polonia, ed è poi riuscito a scampare alla cattura morendo di attacco cardiaco all’età di 67 anni in Brasile. Gli esperimenti di Mengele non avevano nulla di scientifico ed erano la negazione stessa dei principi base della medicina. Ma quelli di Mengele non furono, putroppo, gli unici esperimenti dell’orrore compiuti nel corso del ventesimo secolo su cavie innocenti.

Il precedente dell’Alabama

Nel 1932, in Alabama, per cercare una cura alla sifilide, malattia che poteva causava sofferenze, pazzia e portare alla morte e per la quale i trattamenti in voga erano spesso pericolosi quasi quanto la malattia stessa (si faceva ad esempio un largo uso di mercurio, nonostante ne fosse già nota la sua elevata tossicità) un gruppo di medici finanziati dal governo degli Stati Uniti volle provare a vedere se non trattare la malattia avrebbe potuto dare risultati migliori dei trattamenti medici ufficialmente approvati.

Esperimento di Tuskgee

Quasi un caso di “no ai vaccini” (o “no vax”) ante litteram, portato però avanti non da un gruppo di ignoranti ma da alcuni medici. Il risultato, come facilmente prevedibile, fu tragico: ebbe infatti inizio l’esperimento di Tuskgee, una piccola località dell’Alabama, proseguito per 40 anni fino al 1972, ufficialmente per studiare gli effetti della progressione naturale della malattia su un paziente infetto non curato. In tutto furono reclutati 399 mezzadri di colore, tenuti all’oscuro di come si sarebbe svolto l’esperimento.

Cavie umane tenute all’oscuro di tutto

A 201 di costoro fu inoculata la sifilide: da quel momento furono tenuti sotto osservazione senza essere mai curati, nonostante già nel 1940 si fosse dimostrata l’efficacia della penicillina come cura. I medici impegnati nell’esperimento rifiutarono sempre di utilizzarla, per non interrompere lo “studio” che così andò avanti 4 decenni prima che una fuga di notizie ne imponesse la chiusura forzata. Molti dei soggetti coinvolti nel macabro esperimento morirono, ma la cosa che più sconvolge è che a tutti costoro si continuò a dire consapevolmente una bugia.

Un bilancio tragico

Si sostenne cioè che non soffrissero di sifilide, ma di “sangue cattivo”, rifiutando loro le cure o dando loro dei placebo del tutto privi di alcuna efficacia. Il bilancio di quello che è considerato il più disumano e inutile “esperimento medico” statunitense, fu di 28 morti di sifilide, oltre ad altri 100 morti per complicazioni collegate alla malattia, a 40 mogli dei pazienti infettate e a 19 figli nati morti a causa di sifilide congenita.