Pink Floyd: 30 anni fa il concerto a Venezia

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Era il 15 luglio 1989 quando, in occasione della festa del Redentore di Venezia, la band inglese dei Pink Floyd si esibì in un concerto in laguna destinato a passare alla storia, nel bene e nel male.

 

Chi lo ha vissuto dal vivo ancora oggi racconta che fu un evento incredibile, il più bel concerto a cui ha mai assistito in vita sua. Ma il prezzo che la città pagò per ospitare i Pink Floyd e il loro incredibile spettacolo fu altissimo, complice una macchina organizzativa completamente inadeguata.

Venezia e i Pink Floyd: organizzazione inadeguata

Oggigiorno Venezia è oggi una delle città più visitate da turisti al mondo, con 35 milioni di turisti che la visitano ogni anno. Quindici anni or sono, nel 2004, erano 29 milioni, trent’anni fa molti milioni in meno. Così il concerto dei Pink Floyd, indimenticabile ultima tappa del Momentary Lapse of Reason Tour, tenutosi su un palco galleggiante davanti alla piazzetta San Marco, trasformò la stessa in una discarica a cielo aperto una volta terminato l’evento.

Visto con l’esperienza odierna quel concerto non si sarebbe dovuto mai tenere, non nelle condizioni in cui andò in scena: ad ascoltare le 14 canzoni suonate dalla band inglese c’erano oltre 200 mila persone, stipate in piazzetta San Marco, attorno al Palazzo Ducale e alla Biblioteca Marciana, sul Ponte della Paglia e su tutta la Riva degli Schiavoni, oltre che nei pressi dei palazzi limitrofi e nello stesso bacino di San Marco, invaso di

barche.

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Nessun bagno o presidio medico

Il tutto senza la presenza di un bagno chimico, senza presidi medici e neppure percorsi obbligati gestiti dalle forze dell’ordine. Il concerto durò 90 minuti, rilanciato nelle case di 100 milioni di persone dall’Eurovisione (cui la Rai aveva rivenduto l’evento). A fine serata l’area era ricoperta da quasi 300 tonnellate di spazzatura, che venne completamente rimossa solo due giorni dopo.

Nella Venezia attuale, già ricca di polemiche per i passaggi in Canal Grande delle colossali navi da crociera, sempre a rischio di incidente, un concerto come quello dei Pink Floyd di 30 anni fa non potrebbe più ripetersi. E neppure da altre parti del mondo, per fortuna. Pensate solo se un pazzo o un terrorista avesse deciso all’epoca di collocare una bomba in mezzo alla folla. O se qualcuno avesse avuto un malore serio. Per fortuna tutto filò liscio e non si registrarono vittime di sorta.