Napoli: pizza, mandolino e Camorra. La sagra dei luoghi comuni!

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Ancora a stigmatizzare e puntare il dito ragionando attraverso dei luoghi comuni che non fanno altro che acuire l’odio verso il prossimo, che sia rifugiato, straniero o napoletano. L’infelice frase di Rosy Bindi sulla camorra.

Eh già. L’ultimo luogo comune è stato pronunciato qualche giorno fa dalla Presidente della Commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi, affermando che: “La camorra è un dato costitutivo della città partenopea“. Per lei, anche quando grazie ai risultati raggiunti dalla magistratura e dalle forze di polizia, si assicurano alla giustizia i grandi capi dei clan, non bisogna mai distrarre l’attenzione per la straordinaria capacità di riproduzione che hanno i clan e per il radicamento sociale ed economico che hanno in questa città, e soprattutto in questa regione.

de magistris e de luca



Parole pesanti che la Presidente ribadisce e non nega, perché secondo lei negarlo equivale a darla vinta alle mafie; ma che hanno subito sollevato una dura reazione da parte del procuratore capo Colangeli, del sindaco di Napoli De Magistris e del Governatore della Regione Campania De Luca, i quali non accettano la critica, anche se voleva essere costruttiva (a parere della Presidente Rosy Bindi) e chiedono che venga chiesto scusa a quei cittadini napoletani che vivono la propria vita nella legalità. La cultura, la storia, il teatro, l’umanità sono l’elemento costitutivo di Napoli, della Regione e del mezzogiorno, non certo la Camorra.

don patriciello

Anche Don Maurizio Patriciello, il prete noto per il suo impegno nella battaglia della Terra dei Fuochi, esprime la propria opinione, contraria alle affermazioni della Presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi, affermando che:

“La camorra nel dna di Napoli? Oltre al danno anche la beffa. Io avrei potuto salvare migliaia di giovani se mi avessero dato l’opportunità di dargli lavoro, invece questa gente è dimenticata e la camorra si fa spazio. Se lo Stato non pone davvero l’accento sul problema del lavoro, resterà solo un sogno sconfiggere la camorra”.

Sicuramente la camorra, soprattutto in questi grossi periodi di crisi ha terreno fertile tra le giovani menti e tra i più disperati, ma definirla addirittura elemento costitutivo di una società equivale a creare ancora più odio e problemi razziali all’interno di una società già abbastanza martoriata dai pregiudizi da parte del resto dell’Italia e dell’Europa. Ma, ovviamente, fa più audience un notiziario che racconta di cittadini che ostacolano la giustizia per proteggere i capo-clan o altri malviventi, piuttosto che l’operato di coloro che giorno dopo giorno combattono contro questo male sociale, che purtroppo non è solo a Napoli, ma si è radicato nel mondo intero.

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