Una prima, elementare, forma di Stato sociale – o più esattamente di Stato assistenziale –, venne introdotta nel 1601 in Inghilterra con la promulgazione delle leggi sui poveri (Poor Law).
Lo Stato sociale è una forma di stato che si propone di fornire e garantire diritti e servizi sociali, come assistenza sanitaria, pubblica istruzione, indennità di disoccupazione, sussidi familiari, previdenza sociale, accesso alle risorse culturali, difesa dell’ambiente naturale.
Lo Stato sociale ha fallito e il libero mercato è il bene assoluto?
In Italia lo Stato sociale è stato spesso usato come bancomat corporativo dalla politica, ma questo non significa che vada eliminato come vogliono in molti, discepoli di un libero mercato ( fallito, come dimostra la crisi).
L’uomo in quanto tale, può immaginare di istituire e rispettare l’idea di base dello Stato sociale?
In sociologia e politica si parla a volte di « »egoismo sociale», con riferimento a gruppi di persone che, sentendosi avvantaggiate – di solito economicamente – rispetto ad altri gruppi di persone appartenenti alla loro stessa compagine sociale, si adoperano per mantenere ed ampliare il proprio stato di vantaggio, per esempio appoggiando le organizzazioni politiche e sindacali più conservatrici.
In Italia tutti rubano ma soltanto i ladri lo fanno ancora onestamente.
I tagli allo stato sociale, come via di uscita dalla crisi economica e finanziaria dell’Italia e degli altri stati europei in difficoltà, funzionano? L’Italia assiste passiva allo smantellamento progressivo di una delle conquiste più importanti delle democrazie moderne.
Chi sono gli «italiani» e quali sono le loro caratteristiche positive? Intelligenza, intuizione, intraprendenza, individualismo. Le caratteristiche negative? Le stesse, quando non sono accompagnate da onestà e senso civico.
Lo stato sociale in Italia non è compatibile con il nostro essere: anteponiamo sempre all’interesse futuro del paese a quello immediato del nostro nucleo familiare ( vedi voto di scambio). Il nostro egoismo è forse dovuto al troppo amore? L’unica vera forma di «Stato» che riconosciamo e tuteliamo è quello del nostro microcosmo affettivo!?
La furberia è una qualità italiana potente, però ci ha rovinato. Sarà meglio magari diventare scaltri: è una cosina un pochino più nobile.
Non tutte le riduzioni della spesa pubblica sono riduzioni di sprechi, sono anche riduzioni e tagli di diritti.
Io italiano (fiero di esserlo) credo di meritare la crisi ed il crollo dello Stato sociale, io Salvatore mi sono macchiato del crimine più comune dell’era moderna: il menefreghismo, inteso come atteggiamento ostentato di non interesse rivolto verso una persona, circostanza o cosa. A noi la politica non interessa, a noi la politica disgusta: male! Oggi più che mai il cittadino comune ha diritto di partecipare alle scelte di politica economica e non può esimersi dal farlo. Non usciremo da questa ennesima crisi, sopratutto grazie alle ideologie e al fanatismo accademico che ci contraddistingue e dietro cui si nasconde il puro ed incontrastato «egoismo sociale».
Una qualità degli italiani è quella di volare in soccorso dei vincitori.
Tutti ad aspettare che i renziani ottanta euro raggiungano presto il nostro conto corrente, giusto in tempo per pagare qualche tassa o qualche nuovo servizio mancante: viva l’Italia, viva lo Stato sociale, viva il «tiriamo a campare».
Lo spazio anche questa settimana è finito, stay tuned!
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