Stracult: La dottoressa ci sta col colonnello

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La dottoressa ci sta col colonnello (1980) di Michele Massimo Tarantini è un film che si ricorda per la parola “coglionello” che la dottoressa pronuncia, sbagliando, al posto del regolare colonnello. Narra la leggenda che la gag nacque spontanea da un errore di recitazione della Cassini e alla fine divenne la battuta cult del film. Si tratta dell’ultimo titolo di una serie di dottoresse che vede Edwige Fenech dettare il passo, seguita da Karin Schubert (La dottoressa sotto il lenzuolo, 1976) e Sabrina Siani (La dottoressa preferisce i marinai, 1981). La storia di Milizia punta sulla libertà concessa a Nadia Cassini di mettere in mostra il sedere per tutta la durata del film davanti agli sguardi estasiati di soldati e spettatori. Nadia Cassini è la professoressa Eva Russell, innamorata cotta di Lino Banfi (colonnello Anacleto Punzone) che chiama affettuosamente coglionello. Banfi è sposato con Malisa Longo, soffre problemi di erezione ma soprattutto è complessato per le ridotte dimensione del pene. Il colonnello deciderà di farsi trapiantare il gigantesco membro di Alvaro Vitali, ma l’operazione andrà male e finirà per cantare tra le voci bianche. Vitali avrà in dote moglie e dottoressa.

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Il film diverte ancora oggi, viene passato spesso sulle reti Rai e Mediaset, persino da Iris in orari pomeridiani, chiara dimostrazione del cambiamento dei tempi. Michele Massimo Tarantini si conferma grande autore della commedia sexy, costruisce situazioni assurde e le rende credibili, sfruttando la vis comica di un Lino Banfi al massimo della forma. La pellicola si regge sui duetti esilaranti tra il colonnello Banfi e l’attendente Vitali che riceve in continuazione sonori scapaccioni e improperi coloriti.

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