New York – Morta suicida Paula Cooper, donna simbolo delle lotte contro la pena di morte negli Stati Uniti.

Paula che a soli 15 anni divenne la più giovane condannata a morte della storia è stata ritrovata morta a Indianapolis, sul suo corpo è stato rivenuto un colpo d’arma da fuoco, le forze dell’ordine hanno dichiarato la donna morta suicida.

11 Luglio 1986-   All’età di 15 anni Paula Cooper, con tre sue compagne afroamericane (Denise Thomas, 14 anni, Karen Corder, 16 anni, e April Beverly, 15 anni) assassina una professoressa di religione di 78 anni,Ruth Pelke. All’età di 16 anni la giuria la condanna alla sedia elettrica Paula. La Cooper è stata l’unica delle tre ragazze a venir condannata poiché  rea confessa, ammettendo di aver colpito 33 volte l’anziana donna con un coltello, nel corso di quella rapina che fruttò a lei ed alle sue amiche dieci dollari ed una vecchia auto.

 Ruth Pelke

Il caso assunse proporzioni mondiali mostrando a tutti la brutalità della legge di determinati stati americani, in Indiana ad esempio si ammetteva la morte per i bambini aventi più di dieci anni. Il dibattito sulla condanna di Paula andò avanti per tre anni, vi prese parte anche l’Italia: su iniziativa dei radicali nacque l’iniziativa “Non Uccidere”. Su iniziativa di Ivan Novelli e Paolo Pietrosanti 2 milioni di firme vennero portate all’Onu. Papa Giovanni Paolo II chiese la grazia per la ragazza.

Due anni dopo la Corte Suprema americana stabilì che non si poteva condannare alla pena di morte capitale una persona avente meno di 16 anni, in quanto giudicata una  legge contraria all’ VIII emendamento della Costituzionedegli Stati Uniti D’America, che proibisce pene insolite e crudeli. Lo stato dell’Indiana fece dunque salire da 10 a 16 anni l’età minima per una condanna a morte. In fine nel 1988 la Corte Suprema dello stato dell’Indiana commutò la pena di Paula Cooper a 60 anni di carcere, ridotti a 27 per buona condotta. Paula era uscita di carcere solo due anni.

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