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Cameron, pronto ad annunciare un referendum sull’uscita dall’Ue.

Forte della sua rielezione, il primo ministro britannico, David Cameron è ancor più pronto a ridisegnare il futuro del Regno Unito, fuori o dentro l’Unione Europea.

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Il Premier arrivato al primo vertice europeo dopo la sua riconferma alla guida del paese, rilancia la richiesta di riformare la UE.

E’ interesse del Regno Unito che la riforma abbia successo, ma è anche un’opportunità per l’Unione Europea quella di far partire la discussione”, afferma, aggiungendo che “ ci saranno alti e bassi ma una cosa rimarrà costante: la mia determinazione ad ottenere una riforma in modo che il popolo britannico possa scegliere nel modo giusto nel referendum che si terrà entro la fine del 2017”.

Lunedì Cameron incontrerà il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker, per poi successivamente avere un confronto giovedì a Parigi con François Hollande, mentre il giorno dopo sarà a Berlino per un colloquio con la cancelliera tedesca, Angela Merkel. All’inizio di giugno il premier dovrebbe avere un incontro con il capo di governo irlandese Enda Kenny.

L’obiettivo dell’offensiva ha come fine ultimo la ritrattazione degli accordi in Europa ed eliminare gli incentivi d’oro quali: i sussidi di disoccupazione o i contributi per i figli a carico.

Gli immigrati potranno avere diritto ai sussidi solo dopo aver lavorato per quattro anni in Gran Bretagna.

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Sul fatto che Londra voglia fare sul serio non vi sono dubbi. Ciò è stato confermato anche dalla promessa elettorale di abolire lo Human Rights Act, norma del 1998 che incorporava nel diritto britannico le direttive presenti nel trattato della Convenzione dei diritti Umani delle libertà fondamentali (Cedu), e che contrastava uno dei principi della forma di Stato britannico, la “sovereignty of Parliament” (sovranità del Parlamento).

E’ bene ricordare, che la lunga battaglia di Cameron è iniziata nel 2013, quando a spingere su questo fronte era l’ala anti-europea del suo partito.

La prospettiva odierna del referendum è, nel contesto politico nazionale britannico, l’unica certezza in cui si potrà finalmente far chiarezza sull’atteggiamento inglese nei confronti dell’Europa . D’altra parte l’Europa potrà definire, con se stessa e in quanto autorità sovrannazionale,  gli obietti che vorrà perseguire, non solo in un futuro prossimo ma di medio e lungo periodo. Solo con una riflessione cauta, ed anche autocritica, da entrambe le parti si eviterà una Brexit, ovvero un’uscita dall’Ue, e si rilancerà l’idea di una leadership Europea a livello mondiale.

 

 

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