Ucciso per un selfie.

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Isis, jihadista si fa un selfie e gli Usa bombardano la base.

Farsi un selfie è costato caro a lui e ai suoi compagni. Di recente gli Usa hanno colpito una base dell’ Isis in Siria.

Il mezzo grazie al quale sono riusciti a localizzare il quartier generale è stata una fotografia postata in rete da un miliziano.

La mania del selfie  ha contagiato anche i miliziani dello stato Islamico.

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Come dire, insomma, che la stessa rete che gli jihadisti usano per reclutare e per rafforzarsi talvolta può rivoltarsi contro.

Non possiamo pensare che gli Stati Uniti sono inermi e restano a guardare, si dica al massimo che hanno più dimestichezza con la geolocalizzazione dei selfie e che la storia dei droni volanti in medio oriente, per scovare i miliziani jiadisti è tutta fantascienza.

A darne notizia, come riporta anche il sito Usa Defense Tech, è stato il generale dell’aeronautica Usa Hawk Carlise che è stato ben attento però a non svelare il sistema usato dai servizi di intelligence per geolocalizzare la base.

«Dopo che i ragazzi di Hulbert (in Florida, dove ha sede una divisione dei servizi di intelligence militare) hanno individuato il sito, in sole 22 ore siamo stati in grado di distruggerlo», ha spiegato Carlise.

L’attacco è stato portato a termine con tre missili. Carlise ha poi anche accennato al fatto che le informazioni si possono reperire sui «social network, i forum aperti». Ma non ha detto di più.

Non è la prima volta ,tuttavia, che emergono dettagli sulle posizioni dei jihadisti.; nei mesi scorsi il neozelandese M.Taylor, conosciuto anche come Abu Abdul-Rahman aveva twittato le sue imprese dalla Siria per 45 volte, dimenticandosi di disattivare il servizio di geolocalizzazione.

Un gruppo di intelligence, Ibrabo, lo aveva individuato e aveva pubblicato la sua posizione in rete.

La vulnerabilità informatica sembra essere dunque un problema per lo Stato Islamico.


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