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LA (SUP)POSTA DEL CUORE – Definitio Relationis

L’esperienza mi ha insegnato che sono le leggi non scritte, quelle che comandano davvero le cose: il maggiorascato di medioevale/manzoniana memoria; la legge della mutanda di Bridget Jones («Le possibilità di arrivare al dunque con un uomo aumentano quanto più sono brutte le mutande che si indossano»), la sempiterna verità, ovvero «… è che non gli piaci abbastanza», ma, soprattutto, una regola tanto fondamentale quanto trascurata e sconosciuta ai più:

vai inaspettatamente a letto con una persona una volta e – per lo più – non succede niente: può capitare; due volte, idem, ti è semplicemente piaciuto e vuoi il bis; se vai a letto con qualcuno per tre volte allora avete una relazione. Confusa, dai confini labili, forse non voluta, strascicata e che porterà guai. Da qui la necessità di definirla. Ma ci arriverò a breve.

Procediamo con ordine, cara Adrenalina09, perché io ho capito che c’è effettivamente stato del sesso fra te e questo tuo “amico”, ma hai dimenticato di specificare la cosa fondamentale: quanto sesso?

Ci insegnano che sono le prime volte ad essere quelle fondamentali: SBAGLIATO.

Le prime volte sono quelle dell’istinto, le seconde, le terze volte sono veramente quelle che contano:
riallacciandomi alle regole di cui sopra, in un’opera basilare della sociologia contemporanea (Dawson’s Creek) ci viene insegnato che puoi anche stare un pomeriggio intero ad ammoccarti, il vero bacio che conta è il secondo bacio, quello dato il giorno, la volta dopo, perché è il bacio della conferma.

Per il sesso non vale la seconda botta, ma la terza.

Quindi, se vi siete già visti per fare ginnastica due volte, smetti di leggere, vai a trombare e poi torna a leggere.

Se siete già passati dal «via» per tre volte allora forse è un attimo il caso di sedersi a parlare.

Brutto. Bruttissimo. Lo so. Bruttissimissimo e necessario.
Non perché noi femmine abbiamo questa ancestrale mania di controllare e definire ciò che ci capita sotto mano e fra le gambe, ma perché agli uomini situazioni del genere fanno comodo e – permettimi – se proprio devi essere la puttanella di qualcuno, devi esserlo in modo consapevole e non perché prigioniera dell’indefinito – che giova solo a lui .

Eravate amici, poi migliori amici, poi più che amici ma non fidanzati, poi siete andati a letto insieme, poi avete cominciato (eventualmente) ad andare a letto insieme. E ora?

Dunque, il mio consiglio è DTR (Define the Relatioship): oltre alle spinte pelviche, provate dei sentimenti l’uno per l’altra? Volete provare a stare insieme? Volete semplicemente continuare a fare cardiofitness? Vi volete un bene fraterno come se ne vogliono Cercei e Jaime Lannister? Vuoi essere la sua G.U.Y.?

Ognuna di queste ipotesi va bene, purché siate entrambi consapevoli e vi muoviate entro i confini stabiliti.

L’unica cosa su cui mi permetto di portare ancora la tua attenzione è la pressione emotiva. Sei sicura di saper reggere tutta la tensione?

C’è questa comune convinzione, secondo me errata, secondo cui i rapporti informali (leggasi scopamicizie) siano quelli in cui si sta più tranquilli, in cui si è maggiormente liberi. 
Infatti c’è chi li vive quasi con la stessa pressione di un fidanzamento. Ti faccio un esempio.

Hai voglia di andare al cinema, nessuno dei tuoi amici è disponibile e da sola non hai voglia di andare. Ci sarebbe lui. Avete un rapporto di convenienza, dopo tutto. Lo chiami? Non lo chiami? Se lo chiami magari lui può pensare che vuoi altro? Lo chiami, viene (non in quel senso!), e vi accorgete che state bene insieme e forse volete altro? Lo chiami, viene (non in quel senso!) e vi accorgete che in verticale non siete per niente compatibili? Lo chiami, viene (non in quel senso!) con un’amica e tu diventi gelosa? Lo chiami, viene (stavolta in quel senso!) e quindi vi cacciano dal cinema a vita, e poi i film a tre euro dove li vai a vedere?
Le complicazioni. Le complicazioni assai.

Insomma l’unico consiglio che sento davvero di poterti e doverti dare è: mettiti comoda. Fai ciò che ti fa stare tranquilla, imposta questo rapporto in modo che tu sia più a tuo agio possibile, che siate amici, amanti o fidanzati.

Puttanella, sì, ma con consapevolezza!

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La Fille Rouge è stata definita «esattamente a metà fra Sex & the City e Bridget Jones. In versione poraccia, ovviamente». Un giorno manda per puro caso una email alla redazione di Vanity Fair che le affida un blog («Come avremmo potuto mai dire di no ad una Fille Rouge?»). Comincia così a scrivere La vie en Rouge, il suo blog per style.it. Da lì arriva la radio, collabora come opinionista e fa parte dello staff di testate giornalistiche.

8 COMMENTS
  1. Giorgia

    Genio!

  2. martascaglioni

    Sante parole :)

  3. Zikade

    ci sarebbe anche un lungo excursus da fare sul significato travisabile del termine “puttanella” che può confondere… come hai detto tu due uscite fa non sta scritto da nessuna parte che un uomo con una sessualità libera sia un’ottima chiave e una donna con una sessualità libera sia una pessima serratura…in sostanza non sono d’accordissimo sul fatto che le relazioni libere facciano comodo solo all’uomo…non è che alle donne scopare faccia schifo XD…comunque interessantissima come sempre…complimenti!

    1. LaFilleRouge

      Adoro avere lettori così attenti e assidui :D infatti qui uso puttanella nella mia personale accezione che dovrò spiegare in un articolo. Prima o poi.
      Bella, Zikade! :D

  4. Salvatore Block

    Bien!

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