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«Ubi tu gaius»

ubitugaius

Che mi piaccia il latino si era capito già dai titoli della mia rubrica. Ma fra le tante frasi e locuzioni latine che, nonostante gli anni, sono ancora fighissime – oserei dire che le locuzioni latine siano le milf delle frasi , «ubi tu gaius, ibi ego gaia» è una di quelle in cima alla mia lista.
Sebbene mi sia capitato di dire «frangar, non flectar» recentemente per fare un po’ la faiga, e abbia spiegato molte volte quanto io creda al «nomen omen», e abbia usato proprio oggi il «carpe diem» con una “s” avanti per convincere Madre a portarmi a fare shopping, l’«ubi tu gaius» non è uscito dalla mia bocca.

Non perché sia troppo lungo o difficile da ricordare, ma perché non è altro che la formula di matrimonio pronunciata dalla sposa allo sposo. Significa, infatti, dove tu sei felice, io sarò felice. A mio parere, un concetto che esprime in completezza il senso di abbandono – e non sottomissione  che ci dovrebbe essere fra due persone quando si sposano, ma io non sono sposata, quindi che ne posso sapere?

Ad ogni modo, è proprio di questo che parla la lettera della settimana: niente pompini, niente gay, niente parità dei sessi: oggi si parla di matriagio, sposalizio, fiori d’arancio.
E, stavolta, in via del tutto eccezionale, pubblicherò la lettera per intero, con qualche correzione d’ortografia. Sapete come sono…

Cara Fille Rouge, mi chiamo Antonio e tu non mi conosci. Però io conosco te anche se indirettamente. Ammetto di non leggerti, né di seguirti su facebook, né altro. Però conosco quasi tutto il tuo repertorio perché Caterina, la mia ragazza ormai da quattro anni, è una tua grande fan.
Questa non sarà la solita lettera che sei abituata a ricevere, non questa settimana. E non la sto mandando neanche a te, in quanto spero la pubblicherai e mi farai da tramite aiutandomi a fare una sorpresa alla mia ragazza: infatti la sto mandando a quella che è l’amore della mia vita.
Questa non è la solita lettera d’amore in cui dico alla mia ragazza quanto la amo (sì, lo è, ma non solo). Questa è la lettera d’amore in cui le dico, anzi le chiedo, qualcosa di molto più speciale.
Qui, su questo blog, il blog di cui lei mi parla spesso, con tutte le persone che lo leggono come spettatori…
Questo è il momento perfetto, l’occasione perfetta e il modo più perfetto che, nel mio piccolo, io potevo trovare…
Cate, gli ultimi quattro anni sono stati stupendi, ci siamo conosciuti a fondo, e sono ormai sicuro di poter dire che è con te che voglio stare per tutta la vita, per sempre.
Ed è per questo che ti chiedo, attraverso queste pagine… Caterina, mi vuoi sposare?

Che dire, Fillers? Sono contenta di essere stata usata per una volta e spero che ti dica di sì!

Tanto poi vi lasciate.
Prima o poi si lasciano tutti!

 

Hai problemi di cuore o altri organi? Scrivi la tua lettera a [email protected]

About the author:
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La Fille Rouge è stata definita «esattamente a metà fra Sex & the City e Bridget Jones. In versione poraccia, ovviamente». Un giorno manda per puro caso una email alla redazione di Vanity Fair che le affida un blog («Come avremmo potuto mai dire di no ad una Fille Rouge?»). Comincia così a scrivere La vie en Rouge, il suo blog per style.it. Da lì arriva la radio, collabora come opinionista e fa parte dello staff di testate giornalistiche.

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