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I racconti di Odd: Io sono il tuo rimorso

hoorror

Toc toc.
Toc Toc.

C’è nessuno?
Toc toc.
Toc toc.

Ho bisogno di aiuto.
Toc toc.
Toc toc.

Perfavore, aiutami.
Non so se riuscirò a stare in piedi ancora per molto.
Non costringermi ad usare le cattive maniere.
Toc toc.
Toc toc.

E va bene, l’hai voluto tu.
Entrerò piano dalla porta che credi di aver chiuso, e mi incamminerò verso la cucina.
Lì prenderò dei coltelli che saranno lo strumento della mia vendetta.
Ti ho chiesto aiuto, e non me l’hai dato.
Uscirò dalla cucina.
Verrò a prenderti.
Mentre raggiungerò camera tua, prenderò dei fiori dal vaso che hai in soggiorno.
Sono carini, mi piacciono.
Staranno bene sul tuo cadavere.
Perché io so chi sei.
Tu sei me.
E sei anche il mio assassino.
Pensavi davvero che lasciarmi sotto cumuli e cumuli di ricordi sarebbe bastato a tenermi lontano da te?
Lasciatelo dire, è stato inutile.
Mi ci è voluto un po’ di tempo per evadere, ma adesso eccomi qui.
Fuori la porta della tua camera.
Adesso non sono più un’illusione della tua mente malata, ma una tangibile realtà.
Sto aprendo la porta della tua camera, lentamente.
Non te ne accorgerai del mio arrivo.
Ti vedo, sei impegnato al computer.
Stai parlando con la persona che ti piace.
Patetico.
Sai bene che non ricambierà mai i tuoi sentimenti.
Perché sei un essere immondo.
Noi siamo un essere immondo.
Ho finto di essere una persona bisognosa di aiuto per poter entrare e avere una pacifica conversazione con te.
Avremmo risolto tutto.
Quella è stata una prova che avrebbe messo in discussione il nostro rapporto.
Sapevo che mi avresti riconosciuto.
Sapevo che, se avessimo parlato, avremmo risolto tutto.
Ero disposto a perdonarti.
Ma tu mi hai lasciato fuori.
Fuori dalla tua vita.
Ricordo ancora quando dicesti che dovevo sparire, che non avevi più bisogno di me.
E lo dicesti con disprezzo.
A me.
A me.
A me, che ti ho accompagnato per i primi 15 anni della tua vita.
Non dovevi farlo.
Non dovevi farlo.
Eccome se non dovevi farlo.
Mi avvicino a te, e violentemente ti conficco il coltello nel cranio.
Adesso saprai cosa ho provato per tutto questo tempo.
Adesso… diventeremo di nuovo una cosa sola.
Io ero il te adolescente.
Ma mi sono trasformato.
Adesso sono il tuo rimorso.
Le vedi le budella che escono dalla mia pancia?
Li vedi i segni sugli avambracci?
La cicatrice sul volto?
Gli occhi rossi?
Sarà divertente vederti diventare me.

 

Autore: Shellan per Efpfanfic.net

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