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L’emozione del silenzio: la Bruder Klaus kapelle di Peter Zumthor

Abbandoniamo la città per trasferirci nelle tranquille campagne della Germania occidentale, in un luogo non facilmente rintracciabile sulle mappe del navigatore, tra le colline di Mechernich. In mezzo ai campi lo sguardo è rapito da un insolito prisma color ambra che svetta sull’erba di una lieve salita. A guardarlo bene è un volume cieco in cemento con una curiosa porta triangolare sopra la quale c’è una croce in metallo, dettaglio che rivela il carattere sacro dell’edificio. kapelle 3 Siamo di fronte alla cappella del santo patrono Bruder Klaus disegnata dall’architetto svizzero Peter Zumthor. Raro esempio di architettura che coniuga semplicità e bellezza realizzata con la stretta collaborazione dei committenti, una coppia di agricoltori locali che ritirandosi dalle attività hanno voluto costruire il piccolo edificio solo con le proprie forze e l’aiuto di amici e familiari. 2 Il carattere di questo manufatto si distingue per la particolarità dei procedimenti costruttivi utilizzati. Come si farebbe per una tenda indiana, sono stati dapprima disposti in piedi centododici pali, ricavati dagli alberi di un bosco vicino, formando un cono rovescio aperto in cima. Poi tutto intorno alla struttura lignea sono state realizzate ventiquattro gettate di cemento che hanno man mano inglobato i pali e dato vita al volume slanciato della cappella, alto dodici metri. cantiere 2 Sulle facciate sono rimasti impressi gli strati di cemento battuto, lasciato asciugare giorno dopo giorno a testimonianza del lavoro manuale degli agricoltori locali guidati da un costruttore e un capomastro. dettaglio cemento Quel che più di ogni altra cosa sorprende però è l’aspetto interiore della cappella. Per sbarazzarsi dei pali in legno (cassaforma della sala interna) è stato appiccato un fuoco all’interno dell’edificio. La combustione ha ridotto la sezione dei tronchi che si sono staccati dal calcestruzzo. Dopo avere spento il fuoco è stato rimosso il legno residuo carbonizzato e sulle pareti annerite dal fuoco sono rimaste delle particolari dentellature che caratterizzano la forma della piccola sala. 2 bn interno L’interno è illuminato naturalmente da un oculo posto sulla sommità della cappella, e da circa trecento piccoli fori che tempestano la scura parete conica della sala, terminanti in delle perle di cristallo soffiato a bocca. Al suolo invece il pavimento è rifinito con uno strato di due centimetri di piombo fuso su cui si accumula l’acqua ogni volta che piove proveniente dall’apertura a soffitto. Una panca in legno di tiglio, dei contenitori con sabbia per le candele e una scultura in bronzo del santo realizzata dall’artista svizzero Hans Josephson sono l’arredo essenziale di questa opera artigianale che mostra in ogni dettaglio i segni del lavoro necessario a realizzarla. copertina 2 Pur priva di impianti elettrici e idraulici, di acqua corrente e d’illuminazione, la cappella immerge il visitatore in un’atmosfera che coinvolge tutti i sensi, invitando al silenzio e alla meditazione. La luce che casca dall’alto, squarciando l’interno scuro, induce il fruitore ad alzare lo sguardo e predisporsi alla ricerca di ciò che è al di la del mondo fisico, come in una preghiera. Lo spazio può ospitare comodamente alcune persone, ma in teoria è progettato per due: «un piccolo spazio in cui stare in silenzio», così lo descrive Zumthor. Probabilmente uno dei luoghi più tranquilli, segreti e al tempo stesso capace di suscitare emozioni che l’architetto svizzero abbia mai concepito.

Le immagini sono tratte dagli archivi dei portali web http://www.flickriver.com e http://openbuildings.com.

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Danilo Nappo cresce a Torre Annunziata coltivando la passione per le arti figurative e in particolare per il disegno. Adora la musica e le chitarre. Conserva un legame indissolubile con il mare e un profondo interesse per il viaggiare. Dopo la laurea in architettura il lavoro gli stage e le collaborazioni lo portano a Napoli, Salerno, Roma e Londra. Attualmente vive nella propria città ed è membro di un collettivo di giovani architetti e designer con cui condivide la libera professione e iniziative per il territorio

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